Autore: Sara Driussi
Quando i corsi creativi ti possono cambiare la vita
IL MIO INIZIO
Il mio inizio con le arti manuali è avvenuto, come spesso accade, per caso. Non pensavo di avere particolari doti creative finchè non ho scoperto i corsi creativi. Durante il periodo della scuola superiore i miei hobby erano quelli classici dei ragazzi adolescenti: amici, cinema, libri e viaggi. Dopo il diploma, nel periodo della ricerca di un lavoro, avevo diverso tempo libero che cercavo di occupare costruttivamente. La mente era però occupata da tanti pensieri e soprattutto era impegnata a cercare di affrontare il momento del cambiamento, il momento in cui bisogna crescere e passare dalla scuola al mondo del lavoro.
UN INCONTRO FORTUNATO
Un giorno, camminando tra le vetrine di un piccolo centro commerciale di paese, ho colto un guizzo che mi ha fatto fermare. Ho scoperto, così, un bellissimo negozio che vendeva materiale per hobbistica e fai da te e organizzava corsi creativi. I colori, quelli hanno attirato la mia attenzione. Oltre al materiale sfuso, erano infatti esposti anche gli oggetti che si sarebbero potuti realizzare con fantasia, buon gusto e la giusta tecnica. Entrai, e conobbi così Lisa, la titolale, assieme alla sorella Antonella. Due donne in gamba, professionali, competenti, ma soprattutto accoglienti. Mi hanno fatta sentire a mio agio fin dal primo momento, senza nemmeno conoscermi. Scoprì così, che non serviva essere un Picasso in erba per avvicinarsi al mondo creativo. Bastava seguire i corsi creativi giusti (con l’insegnante giusta, aggiungo io), provare, fare pratica, e metterci un ingrediente fondamentale: la passione.
CORSI CREATIVI: DALLA PRATICA ALLA TEORIA
Decisi di mettermi alla prova per capire se potevo essere portata per le attività manuali così m’iscrissi al mio primo corso creativo. L’attitudine è importante, ma va coltivata per farla emergere. L’inizio è stato allo stesso tempo, incoraggiante e un po’ avvilente. Incoraggiante perchè nonostante la totale mancanza di esperienza sono uscita dal primo corso con in mano un oggetto creato da me. Un po’ avvilente perchè, nonostante l’impegno, il risultato non era perfetto come avrei voluto. Non si può imparare una tecnica dall’oggi al domani, ma la pazienza non era di certo una delle mie qualità migliori. Grazie però all’incoraggiamento del mio compagno (che poi sarebbe diventato mio marito) e al supporto della splendida insegnante Lisa, non ho mollato e ho continuato nonostante l’inizio mediocre.
Da quel momento ho continuato ad imparare. Frequentavo assiduamente i corsi creativi, e facevo molta pratica anche a casa. Come nello sport, l’allenamento è importante, tenere quindi le mani ben allenate è fondamentale. La curiosità mi ha poi portato a voler approfondire diversi argomenti ed è stato quasi naturale il passaggio dalla pratica alla teoria. Ci sono libri e manuali per quasi tutte le tecniche e le riviste di settore danno parecchi spunti, ma non solo, ti tengono aggiornato sulle nuove tendenze. Un po’ come nel settore della moda, anche nel design e nel fai da te ci sono le tendenze del momento che influenzano i colori, le texture, i materiali. Oggi, poi, la tecnologia viene in nostro aiuto e possiamo trovare in rete tante informazioni, idee e tutorial. Seguire i canali social delle varie aziende del settore è fondamentale, sia per restare aggiornati, ma anche per scambiare idee e consigli con gli altri creativi. Mi piace molto seguire e informarmi anche su quello che è il design d’interni. Creando oggetti per la casa e piccoli complementi d’arredo è fondamentale seguire i trend del settore.
CORSI CREATIVI: IL DÈCOUPAGE
Quando ho iniziato, circa una ventina di anni fa, una tecnica decorativa molto diffusa era quella del Dècoupage. Consiste nel ritagliare delle immagini stampate su diversi tipi di carta e tovaglioli e incollarle su oggetti precedentemente dipinti. Fondamentale è studiare l’oggetto e la posizione delle immagini per creare una composizione artistica armonica. Anche la decorazione di base deve adattarsi al soggetto che abbiamo scelto per valorizzarlo. Vasi, vassoi, tegole, piatti, qualsiasi oggetto si presta alla decorazione in dècoupage. Questa tecnica può essere applicata su ogni tipo di materiale: vetro, ceramica, legno, metallo, cartone. Fondamentale è però la preparazione del fondo con i giusti prodotti, specifici per ogni materiale. Ogni materiale va trattato con il proprio primer, cioè un prodotto di base che deve essere applicato prima di procedere con la decorazione successiva. Per esempio, per il legno, che è un materiale poroso, cioè assorbente, si utilizza il fondo gesso che serve a chiudere i pori e quindi permette una corretta adesione del colore senza che questo venga assorbito.
Questa tecnica permette di far avvicinare all’arte della decorazione anche chi non è particolarmente abile nella pittura. Infatti, le carte decorate, quelle di buona qualità, hanno una tale cura dei dettagli e un’ottima risoluzione di stampa che sembrano dipinte a mano. Ed è proprio da qui che il mio percorso è iniziato.
CORSI CREATIVI: TROVARE LA PROPRIA ISPIRAZIONE
Il negozio proponeva un calendario di corsi creativi molto vario, infatti si spaziava in diversi ambiti, dal dècoupage alla pittura, dal cucito creativo al biedermeier. Progetti specifici dedicati ad ogni stagione: coniglietti e uova pasquali, folletti di primavera, angeli e ghirlande natalizie.
Ho dovuto, ma soprattutto voluto, imparare diverse tecniche, per capire quali rientrassero di più nelle mie corde. Di sicuro l’uso di pennelli e colori era una delle mie attività preferite. Ho trovato molto liberatorio dedicarmi alla pittura, astratta per lo più. Infatti è con l’astrattismo che riesco ad esprimermi al meglio ed a sperimentare con forme e colori. Il colore infatti è un tratto fondamentale delle mie opere, non ne posso quasi fare a meno.
La mia storia dimostra che una vena creativa è nascosta in ognuno di noi, e non è poi così difficile farla emergere. È importante, a mio avviso, darsi una possibilità e il modo migliore per farlo è mettere le mani in pasta. Come? Trovando il corso creativo che più ci appassiona e buttandosi a capofitto, senza paura di sbagliare, perchè l’arte è soggettiva, non esiste il bello o il brutto, esiste ciò che piace o che non piace. L’arte, in tutte le sue forme, è un mezzo per dare voce alle proprie emozioni.
Grazie a tutti i corsi che ho frequentato sono riuscita a capire cosa ero in grado di fare, cosa mi piaceva fare, cosa volevo approfondire e cosa proprio non mi riusciva.
Nel mio laboratorio organizzo corsi creativi, per dare modo a chiunque di avvicinarsi al fai da te, alla decorazione, ma soprattutto per permettere alle persone di trovare del tempo per loro, di trovare uno spazio di svago e relax nella vita frenetica di tutti i giorni. Se volete curiosare un po’, visitate la pagina dedicata!
La creatività è l’intelligenza che si diverte (A. Einstein)
Per fare ordine ci vuole disordine
Alzi la mano chi, in questo periodo di quarantena, non ha fatto ordine in casa? E magari, oltre agli armadi, ne ha approfittato per riordinare idee, pensieri, progetti, desideri…?
Credo che ormai di cose da fare in casa, in questo periodo a dir poco strano della nostra vita, ne abbiamo trovate e continuiamo a trovarne. Forse la prima che ci viene naturale fare sono le pulizie, uno, perchè siamo già abituati a farle e due, perchè la permanenza forzata tra le mura domestiche ci porta inevitabilmente a sporcare di più. Nella vita di tutti i giorni, chi alla fine di una settimana di lavoro, chi in una giornata fissa alla settimana, chi quando capita, il tempo per le pulizie domestiche lo deve trovare. Poi, ovviamente, ci sono i fortunati che possono permettersi di pagare qualcuno che sbrighi le faccende domestiche al posto loro. Sta di fatto, però, che pulire la casa è e resta un’attività che richiede energie e tempo.
Affiancata a questa, io metterei anche l’attività di riordino. Infatti, credo che fare ordine sia, oltre ad una necessità funzionale, anche un modo per mettere ordine a idee e pensieri. Si tratta di un’attività quasi meccanica che ci occupa le mani e la mente.
Dite la verità, chi di voi non ha in casa un spazio, piccolo o grande che sia, dove accumula tutte le cianfrusaglie che non ha il coraggio di buttare via? Oggetti che non hanno una collocazione e che vengono accumulati sempre in un unico posto.
Ricordo che, quando vivevo in casa con i miei genitori, esisteva quel cassetto in cucina dove, non si sa per quale fenomeno fisico o paranormale, più cose spingevi dentro, più ce ne stavano. È uno dei grandi misteri che ancora oggi non trova spiegazione, un po’ come la scomparsa del calzino nella lavatrice. Poi, armati di coraggio, una volta l’anno (perchè non ci si arrischiava a farlo più spesso), lo si svuotava, si faceva un censimento del contenuto, si buttava via poco o niente, e si rimetteva tutto di nuovo dentro. Lavoro antipatico quanto inutile, che con il mettere in ordine non centrava niente.
Il fatto è che il fenomeno assume dimensioni esagerate quando si passa dal “cassetto del disordine” alla “stanza del disordine”. Un’intera stanza, dove, in mesi o perfino anni di accumulo, ci si rende conto che non si sa più nemmeno cosa contenga. Anche perchè, di solito, non ci si riesce quasi più ad entrare… Un vero e proprio magazzino domestico dove “portalo là che poi metterò in ordine”.
“disordinata come una risata” canta Irene Grandi
Io sono una creativa. Questo mio lato artistico è da anni che lo esprimo e lo coltivo. Ciò significa che sono più di vent’anni che acquisto, riciclo e conservo un po’ di tutto: scampoli di stoffe, carte da regalo, nastri, vecchi soprammobili, lampadari con le gocce di cristallo, rametti e sassi di fiume, conchiglie, pigne…insomma, di tutto! Per non parlare poi della quantità di colori, pennelli e attrezzi vari che sono indispensabili per lavorare.
Fare ordine: la presa di coscienza
C’è chi dice che essere disordinati sia tipico di una mente creativa. Posso anche essere d’accordo, ma arriva un punto in cui la scusa non regge più, si deve guardare in faccia la realtà e iniziare a fare ordine.
Avevo letteralmente riempito una delle due camere da letto, una mansarda e parte dei mobili della cucina (sì, proprio della cucina) con tutto il necessario per il mio laboratorio. Ho dovuto così prendere coscienza della situazione: dovevo assolutamente fare ordine, altrimenti o noi (mio marito, i gatti ed io) o il laboratorio.
Credo, dunque, che il primo passo per iniziare un’attività così drastica e impegnativa di riordino, sia la presa di coscienza. La scusa del “sono geniale per questo sono disordinato” non regge più. È il momento in cui devi capire che sei più forte del caos e che devi porvi rimedio.
Fare ordine: un caos organizzato
Decisa e convinta della mia missione, ho cercato di affrontare il problema in maniera pragmatica utilizzando un metodo pratico per non rimanere sopraffatta dalla quantità di lavoro che mi aspettava.
La prima fase è forse quella più scoraggiante. Mia madre mi dice sempre che per fare ordine ci vuole disordine. Più di quello che già c’è? Purtroppo sì. Infatti tocca fare un inventario completo, svuotando il contenuto da armadi, cassetti, scatole, ecc. Per questo l’ideale sarebbe poter disporre di un ulteriore spazio, un corridoio per esempio, dove allineare ciò che togliamo pian piano dalla stanza. Nel mio caso, ho dovuto svuotare cucina e camera da letto per portare tutto in mansarda, dove avrei poi creato il mio laboratorio (ordinato!).
In questa prima fase, è importante fare già una prima cernita di cosa tenere e cosa buttare. Del resto, sarebbe meglio non farci passare gli stessi oggetti e scatoloni per le mani troppe volte. Sarebbe un inutile spreco di tempo ed energie. In un magazzino logistico la movimentazione della merce ha un costo e quindi, anche a casa nostra dovremmo cercare di ottimizzare lo sforzo.
Man mano che svuotiamo la stanza del disordine, raggruppiamo gli oggetti simili, in modo da creare dei gruppi per categorie. Nel caso del mio laboratorio ho dovuto per forza suddividere tutto per tipologia: stoffe, nastri, perline, colori, attrezzature, targhette in legno, materiale da imballaggio, decori natalizi, decori pasquali, oggetti grezzi, libri, riviste, ecc.
A questo punto, ci ritroviamo ad avere comunque una gran baraonda, ma più organizzata. Adesso siamo consapevoli di ciò che abbiamo e che vogliamo conservare. Può iniziare la fase vera e propria di riordino.
Fare ordine: una nuova funzione per scatole ed imballaggi
Dovete procurarvi scatole e contenitori di diverse dimensioni per riporre gli oggetti sfusi. Ideali sono i classici contenitori in plastica trasparente: ti permettono di vedere immediatamente il contenuto, sono impilabili e proteggono da polvere e umidità. Ci sono però tante altre valide alternative un po’ più economiche e fai da te.
Per perline, bottoni e minuteria varia si possono utilizzare le scatole porta minuteria classiche per viti e bulloni. Si trovano in ferramenta e nei negozi di fai da te, sono di diverse dimensioni, anche piuttosto piccole, già divise in scomparti. Sono sempre utili in casa per riporre fermagli, spilli da balia, batterie, feltrini, gomme, temperini… tutte quelle piccole cose che abbiamo in giro, che non sappiamo se tenere o buttare, ma che quando servono non si trovano mai. La versione fai da te può essere il contenitore per le uova: è già diviso in scomparti, richiudibile e non ingombrante.
Alternativa a costo zero sono le scatole di cartone. Sono facilmente reperibili perchè spesso negozi e supermercati le mettono a disposizione dei clienti gratuitamente. Per scatole di piccole dimensioni è possibile chiedere ai negozi di ferramenta, di materiale elettrico ed idraulico. Infatti loro utilizzano piccoli elementi imballati in altrettanto piccole scatoline.
Sono perfette le scatole delle scarpe. Oltre ad essere piuttosto capienti e resistenti, il coperchio può avere un doppio utilizzo: può fungere da vassoio o divisorio in cassetti e sulle mensole. Anche le scatole di cartone delle merendine possono essere usate allo stesso modo.
Altri validi contenitori a costo zero sono i cestini in plastica di frutta e verdura. Sono trasparenti, non ingombranti, spesso con il coperchio e una comoda maniglia tipo cestino.
Non dimentichiamo gli imballaggi di plastica come quelli di margarina, formaggi spalmabili, gamberetti, barattoli dello yogurt, vaschette del gelato, barattoli della polvere di cacao.
Anche i vasi in vetro sono perfetti per conservare e tenere in ordine tanti piccoli oggetti, così come posso diventare dei comodi porta penne, matite e pennarelli sulle scrivanie dei bambini.
Un altro riciclo creativo è quelli dei rotoli di cartone di carta igienica, carta assorbente, o i rotoli della carta da regalo. Si possono creare simpatici progetti da fare con i più piccoli, dagli animali della fattoria ai più pratici porta penne. Ad esempio, io li ho utilizzati come rocchetti sui quali arrotolare i nastri sfusi che avevo in giro nei cassetti.
Possiamo aiutare l’ambiente riciclando e non inquinando ulteriormente il nostro povero pianeta, donando agli imballaggi una nuova funzione.
Fare ordine: saper buttare via
A questo punto sarebbe utile poter disporre di un tavolo o un’altra superficie di appoggio che si trasformino momentaneamente in un banco da lavoro. Munitevi anche di uno straccio umido, una penna o un pennarello e delle etichette o dello scotch di carta.
Decidere cosa tenere e cosa buttare non è cosa facile. Tant’è che se quel determinato oggetto è ancora in casa, forse un motivo ci sarà. Dobbiamo renderci conto, però, che dobbiamo sbarazzarci del superfluo. A mio parere, se qualcosa non lo utilizziamo da più di un anno, allora lo possiamo definire superfluo. Se, invece, come nel mio caso, collezionate di tutto perchè “non si sa mai se potrà servire”, allora è importante che abbiate uno spazio per poterlo riporre. Se lo spazio manca bisogna, gioco forza, farsi coraggio e iniziare a buttare via.
Personalmente, facendo del riciclo e del riutilizzo, un punto di forza della mia attività, ho dedicato uno spazio apposito del mio laboratorio a questi materiali di recupero. Essendo però uno spazio limitato, mi sono anche prefissata degli inventari periodici per avere sempre sotto controllo lo stock e lavorare sul recupero effettivo degli oggetti accumulati.
Dopo che abbiamo diviso i nostri oggetti per tipologia dobbiamo iniziare a fare ordine ricollocando il tutto nei contenitori o nelle scatole. Dedichiamoci ad una categoria di oggetti alla volta. Appoggiamo tutto sul banco da lavoro e pezzo per pezzo lo puliamo (se necessario), controlliamo che sia integro e in buone condizioni e se decidiamo di tenerlo, lo riponiamo nella scatola. Con l’ausilio di etichette o scotch di carta elenchiamo cosa cosa contiene ogni scatola.
Per il mio laboratorio questo passaggio ha richiesto diversi giorni di lavoro. Avevo una gran quantità di scatole e borse piene di materiale più disparato. Ho dovuto quindi svuotarne una per una e riorganizzare tutto.
Man mano che riempiamo ogni scatola, riponiamola subito nel mobile o sullo scaffale con le etichette in vista. Cerchiamo di organizzare anche gli armadi per categoria e di tenere a portata di mano ciò che utilizziamo con più frequenza. Eviteremo così di dover spostare ogni volta scatole o oggetti inutilmente, aumentando la possibilità di creare nuovo disordine.
Se lavoriamo ordinatamente e con metodo, liberiamo di volta in volta il nostro piano da lavoro per dedicarci alla categoria di oggetti successiva.
A lavoro ultimato, la nostra fatica sarà sicuramente ricompensata dalla soddisfazione per l’ordine e la pulizia che finalmente regnerà di nuovo in quella parte di casa. Inoltre, se abbiamo fatto bene il nostro lavoro di cernita, si sarà liberato dello spazio… quindi shopping!